L’amore delle donne, quello degli uomini e quello del cuore. 2a parte.

L’amore delle donne, quello degli uomini e quello del cuore. 2a parte.
La famosa attrice Audrey Hepburn, simbolo della femminilità di un tempo.

Come ho scritto nel post precedente a questo, “Una estranea fra noi” è anche un film romantico (dato che viene classificato più che altro come genere drammatico o drammatico poliziesco). 

Il personaggio femminile, Emily, interpretato da Melanie Griffith, è una detective che, per il lavoro che fa, si trova spesso a contatto con una dura realtà e con dei colleghi che, anche loro, per via della loro professione, non possono lasciare spazio a un carattere “sdolcinato” bensì, lo deve essere, il carattere, temprato e pragmatico. Ma, quando Emily si trova catapultata in un mondo “strano” , per via di un’indagine che deve seguire, a contatto con una comunità d’Ebrei ortodossi, dove conosce e si innamora di Ariel, la stessa Emily cambierà interiormente, ritornando, in seguito, alla vita normale ma in modo trasformato grazie a questa esperienza.

Possiamo dire, quindi, che Emily ritrova la sua femminilità che stava perdendo non per colpa sua ma per l’ambiente e le circostanze nelle quali viveva e sperimentava ed è ritornata a vivere, in quel mondo, in modo rinnovato? Sicuramente si. Ma Emily è un personaggio cinematografico, qualcuno potrà obiettare, quindi, fantasioso, difficile da riscontrare nella realtà che viviamo tutti i giorni.

Oggi tutto è cambiato rispetto al passato e “Una estranea fra noi” è del 1992 e, se già all’epoca, tutto era cambiato, figuriamoci oggi! Ma questo tutto è cambiato riguarda anche il rapporto d’amore fra un uomo e una donna?

Sì, anche questo tipo d’amore è mutato e, poiché, non volevo proprio sentirmi l’ultimo dei boomer, ho fatto una breve ricerca su Google digitando le parole l’amore è cambiato e non mi sono ritrovato il solo a pensarlo così. Anche il filosofo Umberto Galimberti , in modo naturalmente più accurato, trae la mia stessa conclusione. Riporto solo una parte del pensiero del filosofo:

Un tempo vi era “poco spazio per le scelte del singolo e la ricerca della propria identità”, vi erano pochi desideri riguardo la propria realizzazione personale.

Il matrimonio rappresentava nella maggior parte dei casi un’unione tra due famiglie che potevano così acquisire sicurezza economicaforza lavoro, eredi, e, per i più benestanti, poteva essere l’occasione per ampliare il proprio patrimonio e prestigio.

E come poteva essere diversamente? La società è cambiata, il ruolo della donna anche e, se nel passato la figura femminile era diversa rispetto a quella attuale, in modo positivo, dobbiamo senz’altro affermare, anche, che le donne vivevano, in quel passato, in un modo chiaramente subordinato rispetto all’uomo. E ciò, non era cosa buona. 

Quante ipocrisie, quante meschinità, quante violenze (di vario tipo), infatti, hanno subito anche nel silenzio e nell’abbandono le donne di quell’epoca. Vere e proprie barbarie che condanno fermamente. 

Oggi, invece, si vive in un contrasto evidente, dove la donna ha, finalmente, ma solo in parte, il ruolo dignitoso che gli spetta nella società (almeno in quella non regolata da religioni e società fanatiche e violente come l’India, come il Somaliland, che si trova nel cosiddetto Corno d’Africa e che è uno dei Paesi dove la  pratica delle mutilazioni genitali femminili è più diffusa: si stima che questo orrore sia stato subito dal 98 per cento delle donne e delle ragazze) ma nello stesso tempo è vittima di piccoli uomini, vigliacchi e malvagi, che non reggendo il confronto con loro, non accettando la loro volontà di autonomia decisionale, le uccidono. 

Non vivo nel mondo dei sogni, mi farebbe piacere, però, senza generalizzare, cosa che dirò in un prossimo post, che alcune donne possano riscoprire la loro femminilità anche nell’amore. Una femminilità che non è,  né mai deve essere, subalterna all’uomo ma complementare a lui. 

Vuoi vedere, però, che anche gli uomini hanno le loro responsabilità se alcune donne non rispecchiano più i canoni femminili di una volta? 

Mi riferisco agli uomini padri, padri e quindi educatori (così come dovrebbe essere) delle proprie figlie, mi riferisco agli uomini mariti, a volte, dei veri e propri tappetini delle donne, mi riferisco a quei piccoli uomini sfruttatori del corpo femminile. 

E se è pur vero che sia un tempo che oggi alcune donne condizionavano in modo positivo o negativo le proprie famiglie, è se è pur vero che un tempo i tradimenti, alcune donne, li effettuavano di nascosto e non apertamente come oggi, è se è pur vero che alcune donne hanno rovinato e rovinano alcuni uomini (e di questo, poco se ne parla), vogliamo proteggere le nostre donne che ne hanno bisogno e dare, ad alcune di loro, la stessa possibilità che ha avuto Emily ovvero quella di riscoprire la potenza della loro femminilità?

Un obiettivo, questo, che non può che essere un valore sia per loro, sia per gli uomini, quest’ultimi, chiamati però, ad una grande  responsabilità. Perché l’uomo che non rispetta la donna non è un uomo ma un essere da educare e se necessario da punire con pene esemplari. 

continua nel prossimo post

 

  

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