…e se la scrivessimo noi la Storia?

...e se la scrivessimo noi la Storia?

…e se la scrivessimo noi la Storia?

Se invece di subire le decisioni altrui, i modelli del passato, proponessimo noi alternative serie per il nostro e altrui presente e futuro?

Sì, dopo esserci immersi nell’immensa cultura che abbiamo alle nostre spalle, facendone di essa esperienza, perchè non essere noi coloro che attori della nostra esistenza e realtà quotidiana ma anche prossima, sul palco della vita, non per esibizione ma per edificazione, insieme agli spettatori, attivi e non passivi, di questo grande spettacolo che è appunto la vita, lanciassimo nuove idee, nuove proposte, al fine di creare o ricreare una società migliore di quella attuale, perché non farlo? 

Molti, leggendo queste parole, penseranno che tutto ciò è una follia. Ma sono stati i “visionari”, coloro che hanno osato,  che hanno sempre cambiato in meglio il mondo. E mentre scrivo mi rendo conto che di questo argomento ne ho già accennato in questo post 

Un post del mese di maggio scorso. Evidentemente, dentro di me, andava maturando questa idea (che non concepisce la rottamazione di coloro che ancora oggi sono persone di alto profilo in vari campi del sapere e questa sarebbe una follia) da un po’ di tempo. 

Siamo stanchi, però,  siamo stanchi di chi decide per noi in modo inadeguato, parimenti siamo stanchi anche dei fanatici, di coloro che vorrebbero sovvertire tutto un sistema, come se quest’ultimo fosse tutto marcio. 

In medio stat virtus, dice una locuzione latina ovvero la virtù sta nel mezzo. E questa è una grande verità.

Avremmo di fronte a noi, certamente, una forte opposizione, fatta di gente legata al potere, al dio danaro, ma anche uomini e donne retròancora fissati su vecchie ideologie, consegnate alla Storia con i loro fallimenti e pochissimi successi.

Dall’altra parte ci sarebbero i cosiddetti progressisti , coloro che vorrebbero sovvertire le leggi della natura ed intendo anche quella umana. 

Alla fin fine tutto tornerebbe in un unico pensiero, il disinteresse personale messo da parte per quello collettivo ci salverebbe.

Questo sarebbe il principio di una grande rivoluzione. Ma chi sarebbe disposto a lottare per essa? Chi sarebbe  disposto a cedere la propria autorità per il bene sociale?

Sia da una che dall’altra parte, ci sarebbe solo il senso di responsabilità personale a farne la differenza. 

Dio stesso ci ha concesso il libero arbitrio per poi, pero’, essere da Lui un giorno giudicati. 

Ma si puo’ essere valutati anche dalla propria coscienza, dalla propria morale (per chi ce l’ha) e/o da Dio, per chi, come me, in Lui crede, solo se si  è di fronte ad una proposta.

E tale proposta siamo, saremmo noi a farla, individualmente, collettivamente. Il problema, allora, è nostro, inizialmente.

Abbiamo il coraggio di schierarci, di abbandonare, anche noi, le nostre cattive convinzioni per trovare un punto d’accordo dal quale partire, insieme,  per un nuovo futuro?

Vogliamo scrivere, allora, noi la Storia? 

Beh, iniziamo individualmente , quindi, cambiando  quella personale.

In tal modo, se non riusciremo a modificare  quella generale, avremmo vinto lo stesso.

 

 

 

 

 

 

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