Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri – Il padre Piero (3a parte)

Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri - Il padre Piero
Leonardo da Vinci, statua nel piazzale degli Uffizi a Firenze – tratta dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci

 

Anche sul padre di Leonardo da Vinci, i biografi, i ricercatori, sulla sua vita, dichiarano versioni discordanti tra loro e quindi, anche in questo post, cercheremo di fare un po’ d’ordine su questa figura importante del piccolo Lionardo

Di Piero, colui che i più dichiarano come il padre di Leonardo, ne abbiamo parlato già qui , in quella che è la tesi più accreditata

Piero, nato intorno al 1426 (pare a Firenze), aveva alle spalle tutta una genealogia di famiglia di notai..

alla nascita del suo primogenito  (Leonardo) aveva circa 24 anni…

 nello stesso anno della nascita di Leonardo, sposerà Albiera Amadori

Albiera morì appena ventottenne nel 1464. 

Da questa donna Piero non ebbe nessun figlio.

Piero si risposò altre tre volte: una seconda (1464) con la quindicenne Francesca di ser Giuliano Lanfredini, che pure morì senza progenie, una terza con Margherita di Francesco di Jacopo di Guglielmo (1500), che gli diede finalmente sei figli; altri sei li ebbe dal quarto e ultimo matrimonio con Lucrezia Cortigiani.

 

Ser Piero, fu notaio n Firenze dal 1448 al 1504. Lo stesso Leonardo annotò che il 9 luglio 1504, quando morì, il padre era ancora “notaio al Palazzo del Podestà” (oggi sede del Museo del Bargello), nei cui pressi ebbe sempre lo studio, da solo o in società con altri notai. Alla sua morte gli subentrò il figlio, Ser Giuliano da Vinci.

 

Ser Piero ebbe una lunga e prestigiosa carriera. Lavorò per i Medici, per la Badia Fiorentina, per il convento di San Pietro Martire e per la Santissima Annunziata, per la quale rogò l’atto di patronato delle cappelle della tribuna da parte del marchese di Mantova Ludovico Gonzaga il 7 settembre 1470.

I grossi volumi dei suoi protocolli sono conservati presso l”Archivio di Stato di Firenze e si chiudono con un atto del giugno 1504, che precede la morte. Sono largamente interessanti per la storia delle arti, la rilevanza dei personaggi che ne sono protagonisti, per la rarità del contenuto. Ser Piero da Vinci infatti fu anche un uomo di grande cultura artistica. Come testimonia l’aneddoto del Vasari sulla vendita con notevole profitto della famosa Medusa dipinta da Leonardo,

fonte Piero da Vinci

 

Anche due altri suoi figli (legittimi) furono uomini di talento e cultura.

  • Lorenzo fu autore di un Confessionale, ora conservato presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze.
  • Giuliano esercitò come il padre l’arte del notaio (1478-1525), e fu l’ideatore dei costumi eseguiti in occasione del carnevale fiorentino del 1516, a cui fu presente Leone X.

Accuratissimo calligrafo, è ricordato anche come possessore ed esecutore di uno dei più belli e complessi segni notarili conosciuti – un intreccio di tre anelli diamantati con rami cosparsi di fogliami d’alloro – per il quale è stato fatto il nome, almeno come ispiratore, dello stesso Leonardo

Muore il giorno 9 luglio del 1504, l’evento è così annotato dal figlio Leonardo: “A dì 9 di luglio 1504, mercoledì a ore 7 morì Ser Piero da Vinci, notaio di Palazzo del Podestà, mio padre a ore 7…

fonte Piero da Vinci

Ritorniamo un attimo al piccolo Lionardo, nato, quindi, da una relazione illegittima tra il padre Piero, giovane notaio, appartenente, come abbiamo già detto, ad una famiglia di notai, quindi di professionisti, e la madre Caterina , pare di umili origini e di giovane età (sedici anni).

Se il nonno Antonio,  come abbiamo già scritto, fu colui che

diede l’annuncio della nascita di Lionardo, annotandola su un antico libro notarile trecentesco, usato come raccolta di “ricordanze” della famiglia, dove si legge

p.s.: ne abbiamo parlato anche qui

 e, quindi, se si sa data e ora di quando nacque Lionardo, non se ne conosce il luogo. Anche se questa fonte, dice 

Nel registro non è indicato il luogo di nascita di Leonardo, che si ritiene comunemente essere la casa che la famiglia di ser Piero possedeva, insieme con un podere, ad  Anchiano, dove la madre di Leonardo andrà ad abitare.

Qualcuno afferma che Leonardo nacque nella casa “indigente” della madre, altri affermano che proprio in quella casa di Anchiano, dove il futuro genio sarebbe nato,

la madre di Leonardo andrà ad abitare.

Entra in gioco, in questo primissimo periodo di Leonardo da Vinci, la figura della madre, che tratteremo nel prossimo post. Perché è normale chiedersi 

come mai, la madre Caterina, abbandonò il proprio figlio Lionardo?

Fu una scelta sua oppure fu costretta a farlo? Come detto, cercheremo, nel nostro piccolo ad analizzare questo importantissimo dato non solo storico, biografico ma soprattutto umano, prossimamente 

 

Furono i nonni che lo crebbero, così pare, in particolare lo zio Francesco, a cui fu legato per tutta la vita.

 

fonte: https://www.chicadvisor.com/personaggi/leonardo-da-vinci/

 

Infatti, è altresì riportato da quest’altra fonte , che conferma quella precedente

 

La lieta accoglienza del bambino, nonostante il suo status illegittimo, è testimoniata oltre che dall’annotazione del nonno anche dalla sua presenza nella casa paterna di Vinci. Ciò si legge nella dichiarazione per il catasto di Vinci dell’anno 1457, redatta sempre dal nonno Antonio, dove si riporta che il detto Antonio aveva 85 anni e abitava nel popolo di Santa Croce, marito di Lucia, di anni 64, e aveva per figli Francesco e Piero, d’anni 30, sposato ad Albiera, ventunenne, e con loro convivente era «Lionardo figliuolo di detto ser Piero non legittimo nato di lui e della Chaterina che al presente è donna d’Achattabriga di Piero del Vacca da Vinci, d’anni 5».

 

Ma se la mamma si allontanò, per motivi che cercheremo di chiarire prossimamente, dal figlio Leonardo, il padre? Si presume che il padre Piero si trasferì a Firenze, una volta sposatosi, lasciando il figlio nelle mani del nonno e di chi viveva con lui.

La figura del padre Piero, incomincia a delinearsi. Giovane notaio, ricco, secondo Gustavo Uzielli e di recente Angelo Paratico non fu un buon padre e neppure un uomo onesto, fu un profittatore e un predatore sessuale. Leonardo lo disprezzava.

E pur vero, però, che Piero, nel 1462, a dire di Giorgio Vasari,  vi ritornò con la famiglia, compreso il piccolo Leonardo.

Ci fermiamo qui, nell’analizzare la figura del padre di Leonardo da Vinci, che morì  il giorno 9 luglio del 1504. 

Nel prossimo post, come detto cercheremo di conoscere la figura della mamma di Lionardo, Caterina. Per capire sempre di più l’ambiente in cui nacque il genio.

continua…

 

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2 pensieri su “Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri – Il padre Piero (3a parte)

  1. Galiano Albertin Rispondi

    Leggo sempre con molto interesse notizie inerenti l’origine, la storia, e le vicende riguardanti Leonardo da Vinci, le quali, purtroppo, risultano quasi sempre molto frammentarie, indefinite; per non dire molto spesso anche ‘contraddittorie’, mancandone gli opportuni riscontri. Sempre molto difficili da verificare. Tanto che, il mio “sospetto” è che tutto ciò sia stato tramandato dai biografi anche con una certa intenzione. La quale, anch’essa è altrettanto difficile da dimostrare, ma della quale, nella biografia di Giorgio Vasari 1568, se ne possono cogliere alcuni elementi che testimonierebbero che il Vasari conoscesse molto più di quanto non ne abbia trasmesso, ma che, data la situazione ‘inquisitoria’ e per via della censura con la quale doveva ‘fare i conti’, per non inimicarsi le ‘alte gerarchie ecclesiastiche, e non, è riuscito a trovare il modo di accennarne, anche in modo ‘contraddittorio’, nei suoi scritti delle “Vite”. E di questa sua intenzionalità comunicativa se ne trova traccia sia nella “Vita” di Lionardo”, come pure in quella di “Michelagnolo Buonarroti”.
    (Due personaggi che hanno dovuto subire molte “attenzioni” da parte di questi apparati inquisitori. Personaggi che sono stati oggetto di un mio personale e originale studio. ‘Originale’: in quanto basato sulla diretta osservazione delle caratteristiche delle opere che questi due “giganti” sono pervenute, seppur ‘danneggiate’, – anche di proposito – fino ai nostri tempi. “Danneggiamenti” che ancora al presente perdurano: per esempio, nella Sala delle Asse, al Castello Sforzesco di Milano.
    Con molta cordialità.

    Galiano Albertin

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