Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri – Il nonno Antonio (2a parte)

 

Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri - Il nonno Antonio (2a parte)

Mi interessa l’animo umano e quando mi sono trovato a leggere e studiare la biografia di Leonardo da Vinci, non potevo non notare, per prima cosa, quello che abbiamo evidenziato nel post precedente a questo, e sempre a lui dedicato, ovvero, che colui che è considerato tra i più grandi geni dell’umanità, era un figlio illegittimo, cresciuto in un ambiente particolare e poiché, tra le mie passioni, c’è anche  l’analisi di quanto la genetica e l’epigenetica  influenzino il “destino” di un essere umano (se ti interessa, clicca sui tag di questo blog, denominati, appunto, genetica ed epigenetica, nda), la vita di Leonardo mi sembrava adeguata allo scopo.

Però, non avevo messo in conto che le fonti sulla sua vita sono molto contrastanti tra loro. 

Naturalmente, con alcuni post, non posso documentare quello che i veri biografi di Leonardo, hanno scritto su di lui. Ripeto, però, con tesi, incoerenti e opposti fra loro. 

Mi limiterò, dunque, a cercare di mettere un po’ di ordine, tra queste fonti, e comunque sia, ad incuriosire il lettore, sull’esistenza di questo straordinario personaggio e le persone che, soprattutto nei suoi primi anni di vita, erano a lui vicini. 

Abbiamo identificato, quest’ultime persone, nel padre Piero, la madre Caterina, il nonno Antonio e lo zio Francesco..

Proprio sul nonno Antonio, gli studiosi Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato , nel loro libro dal titolo, “Il DNA di Leonardo. 1. Le origini. Da Vinci a Firenze e Bacchereto fino a Barcellona e al Marocco”, edito da Angelo Pontecorboli Editore, con documenti alla mano, narrano di Antonio, con questi termini 

Il nonno di Leonardo, Antonio, fu colui che annotò persino l’ora della nascita di Leonardo e i nomi dei dieci testimoni al suo battesimo; e sarà ancora lui, cinque anni dopo, a ricordare che il nipote viveva nella sua casa in Vinci pur essendo figlio illegittimo di Ser Piero e di Caterina. Antonio, che non era notaio (contrariamente alla tradizione familiare dei Da Vinci), era ritenuto finora dalla storiografia quasi nullafacente, senza mestiere né occupazioni (come lui stesso dichiarava al catasto), salvo dedicarsi a modesti possedimenti agricoli nel paese natale di Leonardo. Da questa ricerca a intreccio, come in una sorta di puzzle, è emerso che in realtà Antonio era stato invece, nel Mediterraneo occidentale, uno di quei mercanti che si possono considerare messaggeri di civiltà.

Questa fonte , afferma che

Leonardo trascorre la prima infanzia nella casa del nonno Antonio da Vinci, successivamente viene affidato al padre che aveva sposato la nobile Albiera di Giovanni Amadori.

Ugualmente, qui si asserisce la stessa cosa

Si pensa infatti che Leonardo restasse in campagna nella casa dei nonni, dove avvenne la sua educazione

Ma quale tipo di educazione ricevette il piccolo Lionardo? Per alcuni

piuttosto disordinata e discontinua, senza una programmazione di fondo, a cura del nonno Antonio, dello zio Francesco e del prete Piero che l’aveva battezzato. Il fanciullo imparò infatti a scrivere con la sinistra e a rovescia, in maniera del tutto speculare alla scrittura normale. 

 

Sul fatto che il genio, Leonardo da Vinci, scrivesse da destra verso sinistra, cercherò di parlarne, seppur brevemente, nei prossimi post. 

Nonno Antonio, che tanto si dedicò al primo nipote, morì nel 1468 a novantasei anni, e lo citò tra gli eredi del suo lascito.

p.s.: pare che Antonio sia nato intorno al 1372 e si sposò con monna Lucia, figlia di Ser Piero Zosi da Bachereto.

fonti: 

 

E’ chiaro, comunque, che ricerche più approfondite su Antonio, il nonno di Leonardo, direbbero tutto e il contrario di tutto. 

Allora?

Allora, io penso, che un uomo che ha annotato nel suo libro notarile trecentesco, la nascita del nipote Lionardo, frutto di una relazione   illegittima, e che l’ha battezzato, senza che il padre e la madre, poiché non sposati, fossero presenti, e che l’ha accolto in casa sua, che l’ha citato tra i suoi eredi, non poteva che essere un bravo uomo. Avrebbe potuto esimersi dal fare tutto ciò, lasciandolo in balia degli eventi. Invece, si adoperò per tutelarlo. 

Sicuramente nonno Antonio, non solo ha protetto Lionardo, ma gli ha dato anche una dignità come figlio e, quindi, come essere umano, contribuendo  a tracciare quello che sarà il futuro di quel bimbo. 

Futuro di scienziato, pittore, filosofo, scultore e tante altre cose ancora.

Un genio dell’umanità.

continua…

 

 

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