Ansia per il futuro? Tamaro, Tovazzi e…

Ansia per il futuro? Tamaro, Tovazzi e...

Erano quasi le sei di questa mattina quando Putin ha annunciato, via televisione, dell’attacco russo all’Ucraina. E dalle parole si è passato subito all’azione.

Infatti, esplosioni sono state avvertite a Kiev e in altre città.

È guerra.

Una guerra che non sappiamo come andrà a finire visto le eventuali reazioni dei paesi europei e degli Stati Uniti d’America in particolare.

 E con una pandemia della quale non abbiamo certezze se questa possa diventare nel prossimo futuro meno virulenta  (le opinioni degli “esperti”, anche su questo argomento, sono, come al solito, discordanti) e con una crisi sociale, economica e purtroppo anche psicologica in atto (dovuta anche per le opinabili, a mio avviso e non solo, restrizioni che il governo Draghi ha attuato, soprattutto verso quella piccola percentuale di popolazione italiana non vaccinata, vedi gli over 50 che tra multe, divieti di frequentare addirittura i loro posti di lavoro se non in possesso del fatidico Super green pass, sono sottoposti a vere e proprie vessazioni), risulta difficile parlare di futuro con serenità.

C’è chi non si pone il problema (beata ignoranza!), c’è, invece, la maggior parte delle persone assennate, che, di questo tema, ne sono giustamente preoccupati.

Una preoccupazione che puo’ portare, però, all’ansia, al panico. Anzi, chiariamo, ha portato già a questo stress emotivo una buona parte degli italiani.

In una sua lettera aperta, indirizzata al premier Draghi e pubblicata recentemente su Corriere.it, la nota scrittrice triestina, Susanna Tamaro, autrice del best seller “Va’ dove ti porta il cuore”, ha espresso una sua obiettiva analisi sulla gestione del Covid in Italia (lettera che non capisco come Ricky Farina del Fatto Quotidiano, non sia riuscito a comprendere, nda).

Parlando di futuro, in questo post, riporto solo quello che in merito a questo tema la scrittrice si riferisce.

La Tamaro, infatti, sottolinea come le forze creative del nostro Paese abbiano bisogno di essere liberate dalla ossessiva e mutevole emanazione di decreti che paralizza la vita civile, annichilendo il nostro futuro.

Continua la scrittrice ma, per necessità di sintesi, riporto solo le sue ultime parole: “Prima o poi moriremo tutti. Intanto pero’ sarebbe bello che potessimo riprendere a vivere”.

E come darle torto?

E di futuro (sarà un caso?) ne ha parlato anche pochi giorni fa, il filosofo esecutivo Raffaele Tovazzi (abbiamo parlato già di lui sul Quotidiano l’Italiano, nda) nel suo primo episodio (pubblicato dopo una sua assenza, successiva al successo precedente del suo podcast dal titolo “Chi cerca Tova” e della sua e dei suoi amici, sfida dei “100 giorni” che consisteva nel pubblicare per cento giorni consecutivamente un episodio del podcast. Obiettivo difficile ma raggiunto, allontanamento, comunque, non passivo ma attivo, come vedremo) nel suo podcast “Il buongiorno DI LONDRA”.

“Abramo Lincoln e l’aforisma sul futuro” è il titolo di questo episodio nel quale Tovazzi ovvero oggi Dr Podcast cita un aforisma di Lincoln che recita così: “La cosa migliore del futuro è che arriva solo una volta al giorno”. Eccezionale!

Esorta, allora, Dr Podcast, di godersi le cose gioiose che si fanno nel quotidiano come se fossero le ultime volte che si fanno nella vita.

Il futuro è oggi, potremmo dedurre allora.

Un concetto che richiama il qui ed ora della filosofia orientale Zen e della locuzione latina “Hic et nunc” o del “Carpe diem” del poeta latino Orazio.

Dicevamo pausa attiva di Tovazzi. Già perché è ritornato con altre novità che magari ne parleremo in modo più dettagliato sul giornale l’Italiano.

Ma visto gli eventi storici ai quali stiamo assistendo, se pur si apprezzano e si gradiscono le sagge riflessioni della Tamaro e di Tovazzi, queste bastano per affrontare con una certa tranquillità il nostro futuro?

Non credo.

Abbiamo bisogno di certezze che vanno oltre l’umano ovvero il divino. E non possiamo non pensare a chi ci aveva già avvertito di questi momenti che se non saranno gli inizi degli ultimi tempi, di certo saranno delicati.

Luca 21, 11

“vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo”

Matteo 24, 6-7

“Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. 7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 8 ma tutto questo non sarà che principio di dolori”.

Oltre al conforto degli intellettuali (pochi, in verità, “illuminati”) necessitiamo di scoprire o di ricercare con più intensità quel Dio che ci puo’ sostenere e donare una vita eterna.

I fatti Gli stanno dando ragione ma al di là di questo mio ragionamento che potrebbe essere interpretato come strumentale per portare persone a Lui, e credetemi non è la mia intenzione né Lui ne ha bisogno, io, personalmente, da queste considerazioni voglio ripartire con rinnovata energia.

Che Dio ci aiuti.

 

 

 

 

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