Il Professore Orsini, il karate e la comunicazione.

Il Professore Orsini, il karate e la comunicazione.Oramai il dibattito sereno e imparziale in vari campi dell’opinione che può essere quella politica, quella sociale non esiste.

Vige la regola che l’altro che non la pensa come me, mi è nemico. Se questo concetto balordo può essere utile a chi su argomenti delicati ci specula e ci guadagna non è vantaggioso per il “popolo”, anche quest’ultimo da una parte vittima dall’altra autore di una responsabilità grave allorquando appoggia (consciamente o meno) il “potere” che dell’interesse del popolo poco se ne importa. 

Sulla figura del professore Alessandro Orsini una certa “stampa” (che da una parte del potere politico ed economico ci guadagna) attacca questo uomo a prescindere. Cosi fa, purtroppo, un pezzo del popolo italiano. E questo è solo un esempio.

Non voglio generalizzare e quindi, quando parlo di “potere” intendo un settore di esso cosi come quando mi riferisco al “popolo” che è sempre una fetta del popolo italiano.

Questa “guerra” dovrebbe finire, almeno da parte di chi avrebbe tutto da guadagnare ovvero le classi fragili del nostro Paese.

Personalmente credo che Orsini sia un personaggio, una figura professionale dal quale non si può che trarre beneficio dalle sue osservazioni . Anche se quest’ultime sono dedicate in modo particolare al conflitto russo-ucraino. Non credo nemmeno che il professore che 

ha ricevuto il premio Cimitile nella sezione “attualità” per il suo primo saggio sull’ISIS. Da settembre a dicembre del 2016 ha fatto parte della commissione per lo studio dell’estremismo jihādista in Italia, istituita dal governo Renzi. Dal 2016 è professore associato presso la Luiss Guido Carli, dove insegna sociologia generale e del terrorismo. Dal 2011 al 2021 è stato ricercatore affiliato presso il Center for International Studies del Massachusetts Institute of Technology. Collabora con il comitato “Scenari futuri” dello Stato maggiore della difesa e ha diretto, sino al 2022, l’Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Orsini_(saggista)

sia uno sprovveduto. Nè credo che bisogna essere d’accordo con tutto quello che lui dichiara. Almeno questa è la mia posizione rispetto ai vari “dibattiti” politici e sociali. Non sono imparziale nel senso che non sono un qualunquista ma neppure uno esclusivamente di parte. Anche perché non ho voglia di diventare alla mia età (visto che non lo sono mai stato) un “venduto”. 

Orsini ha recentemente pubblicato un video (questo) su YouTube, dal titolo “Le mie mani come un’arma”, stimolato da un altro video del dott. Patrick Facciolo (Formatore e Consulente per il Public Speaking).

Facciolo con il suo video analizza la comunicazione di Orsini in un suo passaggio televisivo a Piazzapulita su La7,  illustrando il  punto di vista del professore e sul perché sia sbagliato censurarlo, anche se non se ne condividono i pareri. Tra l’altro, sempre Facciolo, parla di come Orsini utilizzi le mani nella sua comunicazione. 

In 21minuti, per me scorrevoli, il professore, nel suo video, parla della teoria del conflitto, del padre (Arturo Orsini, psicanalista e professore universitario, morto nel 2014 a causa di un tumore, nda) che l’ha invogliato alla sola età di nove anni a praticare il Karate dove ha imparato ad usare le mani come un’arma (parole di Orsini) prima con lo stile Shotokan e poi con quello Shito Ryu di questa disciplina orientale da combattimento. Tutto questo senza citare il nome del suo Maestro di Karate di Napoli per non recargli eventuali “danni” visto la posizione che ha, attualmente, Orsini pubblicamente. Anche se il nome di questo Maestro è facilmente reperibile con una ricerca online.

Orsini prosegue parlando di come il Karate e i suoi principi si possono applicare alla comunicazione. Interessante la cosa, lo dico da praticante (un tempo) e cultore delle arti marziali e già insegnante di Kickboxing e di appassionato di comunicazione. 

Parlare dei valori delle arti marziali è sempre positivo, poi.

Orsini dice che, come il Karate insegna, non ha mai attaccato per primo né ha attacco alle spalle ovvero non ha mai iniziato ad attaccare qualcuno verbalmente né ha mai parlato male di una persona non presente ai suoi dibattiti tranne nei casi di quelle persone che non potevano essere oggettivamente mai presenti.

Parla anche delle Mixed Martial Arts (MMA), Orsini, e non in modo totalmente edificante. 

Ripeto, personalmente, nel video di Orsini  vedo  un uomo entusiasta che ha parlato di comunicazione, di sé stesso, del padre, della sua esperienza con le arti marziali, in modo scorrevole e piacevole. Nulla di negativo.

Ma, il giornalista di parte, non poteva che scrivere questo articolo ironizzando sul professore. 

Mentre l’articolo sarcastico lascia il tempo che trova il video di Orsini, nella sua semplicità, anche eventualmente con i suoi errori fatti in buone fede parlando di Karate e di altro non in modo perfetto (che poi, la perfezione esiste?) suscita simpatia verso il personaggio stesso. 

Qui, il professore napoletano, parla in modo più esaustivo di Karate e, in parte,  non sono d’accordo su quello che afferma. 

Ma questo non è un motivo per cui io lo debba considerare un mio nemico ma solo un uomo con il quale condividere o dissentire su alcune idee.

Ecco, se ci fosse più onestà intellettuale e coraggio da parte di tutti, il nostro Paese e non solo, ne trarrebbe, soprattutto in questo momento storico, solo dei vantaggi. 

Non di parte se non da quello del buon senso dovremmo posizionarci tutti.  

 

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