Alla ricerca della “baita perduta”.

Alla ricerca della "baita perduta".
foto tratta dal profilo Facebook di Chiara Olivucci.

In molti, professionisti e no, meditano di lasciare il nostro Paese a causa della situazione nella quale ci troviamo. Condizione che alcuni definiscono triste altri invivibile. Ma, tra questo desiderio e la sua attuazione, ci sono problematiche logistiche e quindi pratiche che rendono difficile la realizzazione del sogno. Non tutti, infatti, possiedono gli strumenti utili per raggiungere questo obiettivo. Non solo, aggiungerei io. Infatti mi domando se esiste, attualmente, paese al mondo immune da questo peggioramento sociale, economico e  sanitario che stiamo vivendo senza escludere , nel modo più assoluto, che alcune nazioni, in effetti, sono più organizzate da ogni punto di vista rispetto alla nostra. 

Ma esiste veramente quest’isola felice che si ricerca? 

C’è chi l’ha trovata, pur non essendo un’isola ma una baita nel bosco. Come Chiara Olivucci, editor, correttrice di bozze, che vive e lavora in questa sorta di rifugio, in Piemonte. 

Tempo fa con un suo post pubblicato sul social network LinkedIn, Chiara ha raccontato cosa significa vivere in una baita. Non è facile ma quando questa è una scelta è possibile condurre un’esistenza serena e appagata anche da questi luoghi e in parziale solitudine,  Dalla sua casa nel bosco Chiara lavora, infatti, in modo proficuo, con accanto Luna, il suo cane e un piccolo paese poco distante da lei, nel quale trova tutto ciò che le occorre.

Dite la verità! Quanti di voi sono “invidiosi” di Chiara? Io, che sinceramente non conosco il sentimento negativo dell’invida, provo, invece, ammirazione per questa donna. La sua vita è una conquista.

Il post sopracitato ha avuto numerosi consensi sul social dove è stato pubblicato ed è stato anche un modo per conoscere Chiara e in parte il suo mondo.

Ma se, per vari motivi, non riusciamo a raggiungere la nostra “baita” cosa possiamo fare?

Quello che è opportuno e stimabile compiere ovvero cercare di custodire il nostro cuore. E come? 

Esempi vari: evitando di leggere ed ascoltare news negative in modo continuo, cibandoci di alimenti sani, conducendo una vita meno statica fisicamente il più possibile, cibando le nostre menti con letture edificanti, schivando le persone negative, quelle che possono “intossicarci” con il loro modo di essere.

Forse non raggiungeremo, neanche in questo modo la “nostra baita”, ma il solo impegnarci a farlo aumenterà di sicuro, per quel che si puo’, non solo il nostro benessere ma anche la nostra autostima. 

Si fa quel che si puo’ ma si fa.

Forse questa è la vera “baita” che dobbiamo raggiungere: il nostro cuore.

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