Taekwondo, quello autentico è quello Olimpico?

La mia passione per le Arti Marziali iniziò sin dal 1975 ( se non prima) e quando vedo quelle poche foto che ancora ho, appunto di quell’anno, con dei nunchaku costruiti in modo artigianale, come molti ragazzi della mia generazione, avvicinatisi a queste splendide discipline orientali grazie ad un uomo chiamato Bruce Lee e ai suoi film, non posso non provare un gran senso di tenerezza e nostalgia misto ad un sentimento di orgoglio, per i giovani che eravamo, almeno io e chi mi era amico.

Eravamo proprio dei bravi ragazzi!

Poi, la scoperta di una palestra di arti marziali nella mia città, Catanzaro, e, come potete vedere dalla tessera che, superando la mia ritrosia nel pubblicare mie foto online, pubblico su questo post, l’iscrizione datata 9 febbraio del 1977 presso detta palestra che poi non era altro che un centro dove si praticava la bellissima arte coreana del Taekwondo.

Taekwondo, quello autentico è quello Olimpico?

Io, con il mio amico dell’epoca, anch’ egli entusiasta di queste arti, salimmo su quella che tutti noi chiamavamo semplicemente “pedana”, non proprio da sprovveduti. nel senso che per due anni circa, complici i libri che compravamo, editi soprattutto dalle Edizioni Mediterranee, per poi, personalmente, spingermi a richiedere testi dalla famosa libreria Hoepli, la quale possedeva, l’unica in Italia credo in quel periodo, libri su queste discipline anche se in lingua inglese. 

Insomma, prima del 1977, effettuammo, io e il mio amico, delle lezioni di Arti Marziali i cui nostri Maestri erano i libri. Eppure, vi garantisco che la cosa ci aiutò molto!

Poi la pratica seria. Il nostro Maestro era un allievo diretto del Maestro coreano Park Young Ghil, che con il fratello Sun Jae, portò il Taekwondo in Italia.

Proprio prima di iniziare questa pratica, comprai un libro (anche di questo ne pubblico un’immagine, la copertina) scritto dal Maestro Park Sun Jae.

Taekwondo, quello autentico è quello Olimpico?

Non sto qui a scrivere la storia del Taekwondo, dando per scontato che la maggior parte dei lettori la conoscono, anche se non in modo approfondito, sia le sue origini che le sue peculiarità,  ma a raccontare, brevemente la mia esperienza con questa disciplina, ai quei tempi.

Come tutte le Arti Marziali praticate in quel periodo, il loro esercizio era MARZIALE!.

Quando mi chiedono, o mi chiedevano, puo’ capitare, se ho fatto il militare, rispondo che io il militare l’ho fatto proprio in palestra mentre praticavo Taekwondo! 

Non potevamo levarci dalla fronte o dagli occhi, il sudore che calava dal nostro capo, di certo, non si usciva dalla “pedana” per fare la pipì, e se capitava questa necessità fisiologica, il Maestro ti diceva <<Falla quì>>. Non oso pensare cosa mi risponderebbe o cosa farebbe, oggi, un ragazzo di fronte a tale affermazione…

Sinceramente, di quell’epoca, sono usciti, nella maggior parte dei casi, ragazzi, e quindi in seguito, uomini formati.

Il combattimento era praticato senza nessun tipo di protezione, certamente cosa sbagliata, fu solo quando i fratelli Park si allontanarono, insieme ad altri Maestri nel mondo, dal famoso Gen. Choi Hong Hi, considerato come il padre del Taekwondo moderno, che fu introdotto il cosiddetto corpetto o corazza

E a proposito del Generale Choi, è in mio possesso, un suo voluminoso libro, di quasi 600 pagine, sicuramente un libro raro. Ecco la foto esterna, che copre quella interna, più due pagine del testo.

Taekwondo, quello autentico è quello Olimpico?

 

Taekwondo, quello autentico è quello Olimpico?

Intanto, io, leggendo vari libri, soprattutto quelli scritti da Ennio Falsoni, mi era sempre più  chiaro, che in quest’arte marziale coreana, l’uso dei pugni era quasi nullo rispetto ad altre discipline da combattimento orientali. E la cosa, a me personalmente, non piaceva. 

E,  quindi, dopo aver conseguito la cintura blu mezza rossa (3° Kup), in poco tempo, lasciai questa disciplina, che pero’ ancora oggi porto nel mio cuore come insegnamenti soprattutto morali, educativi, formativi, per altre Arti Marziali (se vuoi conoscere buona parte del mio iter su queste discipline e quindi anche sulla Kickboxing, clicca qui  ).

Ma arriviamo al dunque.

Oggi, il Taekwondo è diviso soprattutto in due, tre  Federazioni: la World Taekwondo Federation (WTF), che è riconosciuta dal CIO, e quindi partecipa alle Olimpiadi, l’International Taekwon-Do Federation (ITF), organizzazione creata direttamente dal Generale Choi, e che cerca di mantenere il lato tradizionale di questa disciplina, e la World Taekwondo (WT), fondata il 28 maggio 1973 in Corea del Sud e che nacque da una branca della International Taekwondo Federation. 

Ultimamente, alle Olimpiadi di Tokyo, noi italiani abbiamo conquistato un oro proprio grazie al Taekwondo e per merito del nostro atleta Vito Dell’Aquila

Complimenti a lui, orgoglio italiano!

Ma, la domanda, posta già nel titolo di questo post, è: possiamo considerare il Taekwondo Olimpico come il Taekwondo originale? 

Per me, la risposta è no. Ma questa risposta, sempre per me,  vale per tutte sigle in circolazione che gestiscono questa disciplina.

Dobbiamo considerare, se è vero, quello che un giorno mi disse un Maestro, che il Taekwondo, già nelle sue origini aveva in sé  diversi stili.

 Comunque, questo dilemma, tra sportivo e tradizionale  si pone anche per il Karate. 

Sempre a mio avviso, esiste la libertà di scelta che non deve giudicare quella di nessun praticante che, appunto, preferisce  quale tipo di versione della propria arte vuole intraprendere. 

Dobbiamo essere già felici che con quest’ultimo oro olimpico, le Arti Marziali tutte, sono ancor di più conosciute, poi, le divisioni ci sono sempre state. Divisioni che non devono condurre allo scontro dialettico.

Ognuno, ripeto, sceglie quello che più gli aggrada. Personalmente, se pur, riconosco nel Taekwondo Olimpico, preparazione atletica, professionalità varie, non vedo quello che negli anni passati, io praticai. Ma con il tempo tante cose cambiano e anche questo fa parte della vita.

L’importante è ricavare dalla pratica di qualsiasi sport, valori morali, buona salute e concordia.

 

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