Giovanni Francesco Gemelli Careri: il calabrese, primo tra gli europei, a compiere il giro del mondo.

Giovanni Francesco Gemelli Careri: il calabrese, primo tra gli europei, a compiere il giro del mondo.
In questa immagine è ritratto Giovanni Francesco Gemelli Careri.

È solamente straordinario imbattersi, durante le nostre “avventure” letterarie, in personaggi calabresi così noti anche all’estero e probabilmente poco nella nostra amata regione o almeno non quanto dovrebbero esserlo. È come se percorressimo itinerari così affascinanti ma altrettanto sconosciuti ai più, che un misto di imbarazzo insieme ad un senso di sorpresa ma anche di orgoglio, ci pervade.

Proviamo queste sensazioni quando veniamo a conoscenza, in questo caso, del personaggio calabrese Giovanni Francesco Gemelli Careri, nato a Radicena (dal 1928 conosciuta con il nome di Taurianova, nda), comune di Reggio Calabria, tra il 15 e il 17 ottobre del 1648.

Proveniente da una famiglia borghese, Gemelli, effettuò i suoi primi studi presso il Collegio dei Gesuiti a Napoli, dove si laureò, il 3 aprile del 1670, in utropue iure (locuzione latina che tradotta letteralmente, significa “nell’uno e nell’altro diritto” e veniva utilizzata nelle prime università europee per indicare i dottori laureati in diritto civile e in diritto canonico) lavorando inizialmente, per diversi anni, al servizio del Vicereame, dal 1671 al 1685, occupandosi prevalentemente di questioni militari.

Proprio in quest’ultimo anno, a causa di delicati conflitti in ambito lavorativo, il nostro personaggio lascia questa attività per dedicarsi a un viaggio in Europa visitando, in sei mesi, paesi come la Francia, l’Inghilterra, i Paesi Bassi, la Germania e l’Ungheria, dove viene ferito, nel 1686, combattendo contro i turchi che assediavano Buda, antica città situata su una collina posta sulla riva ad ovest del Danubio e che fu unita nel 1873 con le città di Obuda e Peste a costituire l’odierna capitale ungherese Budapest.

Come scrive Piero Doria (laureato in scienze politiche con indirizzo politico-storico alla Sapienza ha conseguito sia il diploma in archivista – Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivista – che il dottorato di ricerca in storia delle dottrine politiche e filosofia della politica presso la Sapienza Università di Roma. Officiale dell’Archivio Segreto Vaticano, è storico della Chiesa dell’età moderna e contemporanea del pensiero politico contemporaneo), il Gemelli:

“Rientrato a Napoli, dopo una breve parentesi ripartiva per l’Ungheria distinguendosi, sotto il comando del duca Carlo V di Lorena, durante la battaglia di Mohacs (12 ag. 1687).

Il valore delle sue azioni militari è ben testimoniato dagli attestati e dalle lettere che il Gemelli ricevette dal giovane principe Eugenio di Savoia, dall’ambasciatore spagnolo Carlo Emanuele d’Este marchese di Borgomanero e, soprattutto, dall’imperatore d’Austria Leopoldo I. Tuttavia, nonostante i molteplici encomi per la condotta militare, il Gemelli otteneva dagli Asburgo, come ricompensa dei servigi prestati, la reintegrazione nella magistratura di Napoli solo per un tempo limitato, due bienni come auditore.

A conclusione dei quattro anni (tra il 1689 e il 1693) che lo avevano visto operare a Lecce e all’Aquila, lasciando di sé, soprattutto nella città abruzzese, un ottimo ricordo, il Gemelli si ritrovava di nuovo senza un lavoro soddisfacente. Egli attribuì le ragioni e le responsabilità di questa nuova situazione ancora una volta a ignoti avversari.

Tutto ciò, unito a una grande passione per l’avventura, lo sospinse a intraprendere una nuova avventura, che lo portò a compiere, probabilmente primo nella storia, il giro del mondo via terra (Gemelli finanziò questa sua avventura attraverso varie imprese mercantili, acquistando beni di valore ad ogni “strano” viaggio, ndr).

Il 13 giugno 1693, dette inizio all’impresa (progetto che poi illustrerà in una sua pubblicazione editoriale con il testo “Giro del mondo”, pubblicato a Napoli dall’editore Rosselli nel 1699-1700, nda) nelle sue intenzioni non vi era certo il proposito di compiere il giro del mondo. Egli, al contrario, come ebbe occasione di riferire al fratello, un ecclesiastico, prima di partire aveva l’obiettivo di visitare la Terrasanta e il grande Impero cinese.

Preso congedo dai suoi più stretti amici e collaboratori, giunse, dopo aver toccato Malta e Alessandria, al Cairo, dove venne accolto dal console francese in Egitto. Quindi, visitate le piramidi e altri luoghi antichi, si recò a Gerusalemme. Rientrato ad Alessandria, ripartì per Costantinopoli.

Nella capitale dell’Impero turco fu arrestato dalle autorità locali che accusarono, lui italiano, di spionaggio, mentre visitava i navigli che venivano equipaggiati in vista della guerra contro Venezia. Fu solo grazie all’immediato intervento del console francese che poté riacquistare la libertà.

Imbarcatosi per Trebisonda, dopo aver attraversato l’Armenia e la Georgia, il 17 luglio 1694, giunse in Persia a Isfahan, dove poté assistere all’avvento del nuovo scià Husain ibn Sulaiman, aggregandosi, per espresso invito dell’ambasciatore polacco, al seguito diplomatico di quella nazione.

Il Gemelli visitò anche quelle che sembravano essere le rovine dell’antica città di Persepoli. Quindi, raggiunta una località che il Gemelli indica come Bander-Congo, sul Golfo Persico, salpò alla volta dell’India, approdando a Daman il 10 gennaio 1695. E, nonostante i grandi conflitti che imperversavano nella regione, tra i principi del Sud dell’India e il Gran Mogol, ottenne da quest’ultimo udienza privata. Rifiutata dal Gemelli la proposta del Gran Mogol di restare al suo servizio, ripartì per Goa, dove incontrò il viceré portoghese per circa due ore. Da Goa, via mare, il 4 agosto 1695 raggiunse Macao, dove fu accolto nel convento dei padri agostiniani spagnoli. Quindi, si recò a Canton, il 19 agosto, tra la meraviglia sia dei francescani spagnoli, sia dei gesuiti portoghesi.

Entrambi lo credettero, malgrado le ripetute smentite del Gemelli, inviato segreto del papa mandato in Cina a prendere informazioni tanto sugli ordini religiosi quanto sui problemi attinenti alla giurisdizione episcopale.

Nonostante ciò, i frati lo aiutarono a trovare una guida e un domestico per raggiungere Pechino, dove fece il suo ingresso il 6 novembre 1695. Anche in questa occasione, come già a Canton, il suo arrivo fu oggetto di profondo stupore tra i padri gesuiti presenti in città.

Il Gemelli alloggiò in albergo e tenne particolari contatti con il superiore dei missionari portoghesi, Filippo Claudio Grimaldi, il quale ricopriva l’ufficio di presidente del Tribunale delle matematiche (e quindi responsabile della formazione del calendario con i giorni fasti e nefasti), carica che gli permise di introdurre il Gemelli alla presenza dell’imperatore in occasione della presentazione del nuovo calendario per l’anno 1696.

Quindi, dopo aver visitato la città, si recò presso la Grande Muraglia, sebbene gli fosse stato sconsigliato dagli stessi gesuiti francesi, per evitare problemi con le autorità militari.

Dopo sedici giorni di permanenza a Pechino, il 24 gennaio 1696 rientrò a Canton e qualche mese più tardi, l’8 aprile, lasciò la Cina per recarsi nelle Filippine.

Ritenuto ancora una volta emissario del papa, egli visitò l’interno del paese ed ebbe spesso contatti con il governatore.

Quindi, imbarcatosi su un galeone spagnolo, raggiunse il Messico e successivamente L’Avana, da dove partì per fare rientro in Europa. Giunto a Cadice il 9 giugno 1698, attraversò la Francia e l’Italia e, dopo una notte trascorsa a Roma, concluse il suo giro a Napoli il 4 dicembre 1698 (durò circa cinque anni questo lungo viaggio, molto probabilmente il primo nella storia, di sicuro tra i primi ad essere stato fatto da un europeo e proprio da questo nostro calabrese illustre. Al suo ritorno, Gemelli, nel 1699 pubblicò a Napoli il resoconto dei suoi viaggi in sei volumi dal titolo “Giro del Mondo”, pubblicato a Napoli dall’editore Roselli, ndr).

Il “Giro” ebbe un grande successo sin dalla sua prima pubblicazione. Il grande clamore suscitato dall’opera è ben testimoniato dalle innumerevoli ristampe che seguirono e che possiamo in questo modo ricostruire: sette edizioni italiane tra il 1699 e il 1728, una traduzione in francese (Voyage du tour de monde, Paris 1719; 2ª ed. 1727), una in inglese (A voyage round the World, London 1732, 2ª ed. 1744, 3ª ed. 1752); alcuni estratti, infine, furono pubblicati in diverse grandi collane europee, tra cui una inglese, quattro francesi, una tedesca e una russa.

Tuttavia non mancarono sin dal principio sia coloro i quali ritennero che il Gemelli si fosse fatto aiutare dall’amico e collaboratore M. Egizio, letterato e archeologo napoletano (un’idea basata sul fatto che il primo volume del Giro fu presentato dal Gemelli alle autorità civili ed ecclesiastiche per l’imprimatur, il 5 e 9 gennaio 1699, cioè appena un mese dopo il suo ritorno a Napoli), sia altri che misero in dubbio la stessa veridicità del viaggio, sostenendo che il Gemelli in realtà, colpito da una grave malattia, che lo aveva costretto a letto, non si era mai mosso da Napoli.

Egli, inoltre, venne accusato non solo di aver descritto come reali fatti e situazioni frutto della sua fantasia, ma, soprattutto, di essersi servito, ricorrendo al plagio, di testi antecedenti per raffigurare luoghi e circostanze che non aveva mai avuto occasione di visionare di persona.

A dare maggiore forza a quest’ultima tesi fu particolarmente la lettera di un padre gesuita, secondo alcuni D. Parrenin, pubblicata a Parigi nel 1722 da un altro gesuita, J.-B. Du Halde. Queste due accuse hanno successivamente subìto profondi ridimensionamenti.

Oggi non si dubita più che il Gemelli abbia realmente effettuato il giro del mondo. Le autorevoli testimonianze di F.J. Clavijero, A. von Humboldt, S. Sen, basate su dati di fatto incontrovertibili, non lasciano spazio alcuno a ripensamenti di questo tipo. Ma fu soprattutto la lettera del missionario gesuita, pubblicata dal Du Halde, che, se da una parte tendeva a escludere l’udienza con l’imperatore, dall’altra, confermava la presenza del Gemelli a Pechino (resta da capire come mai un fatto così evidente sia stato tanto sottovalutato non solo dai contemporanei, ma particolarmente dagli studiosi dei periodi successivi). Probabilmente grande rilevanza ebbero le inesattezze del Gemelli nel descrivere, confidando forse troppo sulla sola memoria, alcune località dell’Italia, le quali favorirono quel clima di pregiudizio nei confronti del viaggiatore, unitamente a una superficiale analisi dell’opera, che inficiò non poco il complesso della sua grande impresa.

La produzione letteraria del Gemelli è limitata ad appena tre opere.

La prima, “Relazione delle campagne d’Ungheria”, edita a Napoli nel 1689, e la seconda, “Viaggi per l’Europa”, edita anch’essa a Napoli (nel 1693), ebbero scarso successo e mantennero sostanzialmente nell’anonimato l’autore.

Ma fu la terza, Giro del mondo, in 6 volumi (ibid. 1699-1700), che consegnò alla storia il nome del Gemelli rendendolo famoso in tutta Europa.”.

Sottolineiamo che il Gemelli, riteneva che l’autentica “vaghezza del viaggiare” non debba essere mai essere violata “dall’amore per il guadagno”, anche per questo motivo una delle pubblicazioni del libro sopra citato ovvero quella veneziana del 1719, fu riveduta ed ampliata per riscontri economici e commerciali.

Con le conoscenze attuali che abbiamo sia nell’ambito della psicologia che della sociologia non ci si sembra così tanto arduo definire ciò che ha subito il Gemelli con il termine di mobbing, parola che deriva dall’inglese (to) mob <<assalire, molestare>> e che si riferisce, soprattutto, a quegli abusi che avvengono, in varie forme, anche in ambito lavorativo.

La forza interiore del Gemelli appare evidente nel momento in cui ha preso la decisione di viaggiare per il mondo, che non va intesa come una fuga dal luogo e dalle persone che lo “molestavano” ma come una vera e propria opportunità sì per allontanarsi da un ambiente “malsano” ma soprattutto per dare spazio ai suoi interessi che non si limitavano solo a quelli professionali.

Una personalità, quindi, quella del Gemelli, forte, reattiva, capace anche di scegliere saggiamente un percorso che poi lo renderà unico, tanto che, pare, lo stesso scrittore francese Jules Verne (da noi italianizzato con il nome di Giulio Verne) abbia preso ispirazione per redigere il famoso romanzo dal titolo “Giro del mondo in 80 giorni”.

Un viaggio intorno al mondo, quello del Gemelli, che certamente è stato anche un “viaggio dentro sé stesso”. Forse un percorso che un giorno tutti dovremmo fare e che diventerebbe il nostro viaggio più importante.

Giovanni Francesco Gemelli Careri, lasciò questa terra il 25 luglio 1724 nella città di Napoli, e non come avrebbero voluto i suoi vili detrattori, dei quali non conosciamo né il loro nome né la loro pusillanime esistenza, ma come il calabrese, il dottore in legge, il governatore di alcune città del viceregno di Napoli, l’avventuriero, lo scrittore, colui che spesso viene considerato come l’inventore del turismo, l’avventuriero, sicuramente tra i primi europei a girare il mondo utilizzando i “mezzi pubblici”.

E mentre le strade, i mari, le persone, i libri, i siti web anche stranieri parlano di lui, dei codardi suoi avversari non vi è alcun ricordo e considerazione.

 

Giovanni Francesco Gemelli Careri: il calabrese, primo tra gli europei, a compiere il giro del mondo.
La copertina di una delle edizioni del libro “Giro del mondo” del Gemelli.

 

 

Giovanni Francesco Gemelli Careri: il calabrese, primo tra gli europei, a compiere il giro del mondo.
Immagine tratta da BLR, Antique Maps Inc. -Antica mappa dettagliata del Messico, che mostra la rotta azteca verso Città del Messico, disegnata da Giovanni Francesco Gemelli Careri.

 

Nell’immagine di sopra, è ritratta l’antica mappa dettagliata del Messico, che mostra la rotta azteca verso Città del Messico, disegnata da Giovanni Francesco Gemelli Careri:

“Antica mappa dettagliata del Messico, che mostra la rotta azteca verso Città del Messico, disegnata da Giovanni Francesco Gemelli Careri, secondo quanto riferito tratta da fonti originali viste da Gemelli durante la sua visita in Messico alla fine del XVII secolo.

La mappa di Gemelli è la prima rappresentazione pubblicata della leggendaria migrazione azteca da Aztlan, un misterioso paradiso da qualche parte a nord-ovest del Messico, a Chapultepec, l’odierna Città del Messico. Si dice che sia stata copiata da fonti indigene, la mappa fornisce un percorso pittorico, abbracciando elementi sia cartografici che spirituali. Le varie stazioni sulla mappa sono etichettate sia in nahuatl che in traduzione inglese libera. Aztlan appare nell’angolo in alto a destra come un lago in cui si trova una montagna e una palma. La destinazione finale, Chapultepec, è sormontata da una cavalletta gigante.

Il 24 maggio 1065 d.C., gli Aztechi iniziarono una migrazione dalla loro patria ancestrale, Aztlan, alle rive del lago Texcoco, nella Mesa centrale del Messico. Lì fondarono la città di Tenochtitlan, che sarebbe diventata il centro dell’impero azteco. La migrazione, che sembra essere durata circa 250 anni, è paragonabile per portata alle peregrinazioni bibliche degli israeliti riportate nell’Esodo.

Le leggende legate alle peregrinazioni azteche hanno dato vita a questa mappa concettuale di luoghi ed eventi. Sebbene la maggior parte dei punti sulla mappa sia difficile da discernere geograficamente, la parte successiva della migrazione può essere rintracciata attraverso siti storici come Chapultepec e il lago Texcoco. Tra coloro che tentarono di decodificare la mappa c’era Alexander von Humboldt. Humboldt era un grande sostenitore della conoscenza cartografica indigena e la incorporò nelle sue molte importanti mappe. La moderna mappa del Messico di Humboldt include un riferimento a Gemelli.”

 

 

Fonte di questo articolo:

– Piero Doria, Giovanni Francesco Gemelli Careri, in Dizionario biografico degli italiani vol. 53, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2000.

– Tab Edizioni, Piero Doria

– Stefania Buccini, “Coerenza metodologica nel Giro del mondo di Giovanni Francesco Gemelli Careri”

– sito: https://www.geographicus.com/P/ctgy&Category_Code=gemelli

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