Carlo Oletti e due suoi manuali. Uno raro: “Manuale della Lotta Giapponese Moderna – Judo”.

Carlo Oletti e due suoi manuali. Uno raro: "Manuale della Lotta Giapponese Moderna - Judo".
Foto del Maestro Carlo Oletti (fatta da Tommaso Betti Berruto) tratta dal suo libro “Manuale della Lotta Giapponese Moderna – Judo”.

Ricordavo di avere, tra i miei l miei libri di arti marziali e sport da combattimento, dei piccoli manuali di Judo scritti dal Maestro Carlo Oletti, considerato il padre di questa disciplina da combattimento giapponese in Italia. E oggi, avendoli tirati fuori dalla mia libreria “marziale”, ho potuto constatare, su internet, che uno di essi è considerato una vera e propria rarità (nella sua prima edizione che è quella in mio possesso).

Carlo Oletti e due suoi manuali. Uno raro: "Manuale della Lotta Giapponese Moderna - Judo".
Foto copertina del libro di Carlo Oletti, “Manuale della Lotta Giapponese Moderna – JUDO”.

 

Si tratta del “Manuale della Lotta Giapponese Moderna – Judo”, volumetto in 16°, mm. 130 x 185, brossura di pagine 96 con circa 100 incisioni didattiche, comprese le tecniche vietate. Edito da F.I.A.P. (sigla che sta per “Federazione Italiana Atletica Pesante, nda), prezzo lire 300, oggi valutato o meglio venduto online al costo di circa 500,00 euro. 

Il manuale consta di una presentazione, di una premessa, della “parte prima”, dedicata alle Cognizioni preliminari sul metodo ed esercizi preparatori, una “parte seconda”, intitolata Colpi di assalto“la parte terza”  e la “parte quarta” che parla anche delle azioni di difesa e del Kuatsu “(il metodo di pronto soccorso usato in Giappone per rianimare chiunque abbia incidentalmente perso i sensi in seguito a colpi violenti ricevuti…”, così viene descritta questa arte nel libro stesso, nda). 

La presentazione del manuale è a firma di Aldo Torti, Presidente del “Gruppo Autonomo Lotta Giapponese”. La premessa, invece, è scritta direttamente da Carlo Oletti. 

“La lotta giapponese, denominata JIU-JITSU, fu creata dai guerrieri Samurai per completare la loro preparazione fisica e guerriera e servirsene come arma efficace e sicura contro i vassalli dei Daimios durante il periodo feudale…”. 

Così, il Maestro Oletti, inizia la  premessa al suo libro.

L’altro manuale è “Applicazioni di Judo”, a cura della Scuola Allievi Guardie di P.S. Nettuno. Di questo libro di 60 pagine (senza prezzo) non si trova traccia online. Evidentemente perché riservato, appunto come sopraccitato, al personale di pubblica sicurezza dello Stato Italiano. 

Infatti, il libro, con numerose immagini dimostrative, è dedicato soprattutto alla “difesa personale, da “prese”, da “calcio al basso ventre”, “applicazioni di Judo per la difesa contro colpi di armi da punta, bastone, pugno”, infine, “difesa dai colpi di pugnale vibrati al basso ventre e ai fianchi”. 

Riguardo al Maestro Oletti, almeno per adesso, non essendo, tra l’altro, un esperto delle arti lottatorie, mi limito a riportare quanto segue:

Carlo Oletti (Torino, 1886 – Genova, 1964) è stato un judoka italiano, considerato il padre del judo italiano.

Arruolato nella Regia Marina, iniziò a praticare il judo a bordo della nave da guerra Vesuvio di stanza a Shanghai sotto la guida del maestro Matsumura, ufficiale della Marina nipponica nel 1905.

Nel 1907 frequentò la scuola di polizia di Nagasaki ed altri importanti dojo. Nel 1908 a Tokyo, dopo aver preso parte a una gara di judo, ottenne il 1º dan dal Kōdōkan.

Rientrato in Italia nel 1921 fu chiamato a dirigere i corsi di “lotta giapponese” introdotti nella Scuola Militare di educazione fisica a Roma, dove insegnò fino al 1930. Durante questo periodo, formò 150 ufficiali esperti e 1500 militari istruttori.

Nel 1924 fondò la prima Federazione italiana di Ju jitsu/judo.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Oletti

Concludo dicendo che la foto che vedete all’inizio di questo post , che ritrae Carlo Oletti, è tratta dal primo manuale che ho citato. Foto fatta, a suo tempo, da Tommaso Betti Berruto (uno dei più importanti pionieri nel mondo delle arti marziali in Italia. Iniziò la pratica del judo a Roma intorno al 1925 con Carlo Oletti, e non abbandonò mai l’arte nel corso della sua vita). 

 

 

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