Il Pancrazio: dall’antica grecia questo stile totale da combattimento.

Il Pancrazio: dall'antica grecia questo stile totale da combattimento.
Statuetta in bronzo raffigurante due pancratiasti in lotta: la posizione dei lottatori rende piena l’idea di una scena cruenta durante un pancrazio. Immagine tratta da:https://it.wikipedia.org/wiki/Pancrazio

Se i praticanti delle arti marziali orientali sono, almeno una parte di essi, anche amanti delle filosofie dei paesi nei quali questi stili da combattimento sono nati (filosofie che stridono con il modo di vivere attuali di alcune loro nazioni, nda), noi occidentali, pur apprezzando dette filosofie, non possiamo non andare fieri anche delle nostre origini che ci portano a considerare come la stessa parola filosofia sia nata nell’antica Grecia, senza dubbio culla della civiltà occidentale: dove vi affondano le radici di gran parte della cultura europea, che attraverso l’impero romano si è in un secondo tempo diffusa (consiglio al gentile lettore di leggere questo post che accenna qualcosa al riguardo).

E proprio nell’antica Grecia è nato l’antico sport da combattimento conosciuto con il nome di Pancrazio.

Il termine in greco antico: παγκράτιονpankrátion, è l’unione di due termini, Pan, tutto e Kratos, potenza; il significato di questo legame è proprio “onnipotenza”, (e non come viene spesso erroneamente tradotto: “tutta-forza”) che indica lo scopo e il fine di questo agone atletico: sottomettere l’avversario con qualsiasi tecnica e metodo, ed assurgersi a diventare il più potente. Alla lotta e al pancrazio venivano attribuite origini mitologiche e divine: si diceva che Teseo, l’eroe vincitore del Minotauro, l’avesse insegnata agli uomini dopo averla appresa dalla dea Atena.

 

Questa disciplina fu ammessa ufficialmente ai Giochi olimpici nel 648 a.C

 

Il pancrazio era un agone (ovvero uno sport da contatto) da combattimento totale in cui tutte le tecniche erano ammesse, tranne il mordere e l’accecare: queste venivano punite severamente con frustate dall’arbitro o dall’allenatore di turno.

 

il fine del Pankration è sottomettere l’avversario ed assurgere a diventare il più potente. Logicamente con questo asserto, le prese e i colpi di potenza e la spettacolarità nel sottomettere con forza, la facevano da padrone; questa disciplina era un insieme di tecniche prese dalla lotta (Pale) e dal pugilato (Pygme), e adattate ad un nuovo sistema di combattimento; inoltre erano inserite tecniche sviluppate solo per questo contesto, le Pankration techne, che davano modo di fluire durante l’azione totale e permettere l’uso di qualsiasi abilità che in uno sport totale è ed era ritenuto essenziale. Difatti il pancrazio veniva visto come forma unita e superiore dei due tipi di lotta da cui deriva. Una caratteristica peculiare era il poter combattere a tutti i livelli di altezza e a tutte le distanze.

 

Fino all’arrivo contemporaneo delle nuove discipline come il vale tudo prima e le arti marziali miste poi, il pancrazio fu l’unico “sport” da combattimento totale dell’umanità.

 

Gli incontri di pancrazio venivano effettuati a mani nude. Non c’erano né riprese né limiti di tempo, si combatteva fino alla resa di uno dei due che poteva essere per cedimento, per il classico KO, o dichiarata dallo stesso atleta che onorava, quando poteva fisicamente, il vincitore mostrando la sconfitta alzando l’indice in su verso l’arbitro.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Pancrazio

Scena di un pancrazio: l’arbitro punisce

con una frusta un atleta che tenta di accecare l’avversario

(immagine tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Pancrazio

I campioni dell’antichità venivano innalzati ad eroi, pagati nelle festività più importanti solo con una corona, come quella di ulivo ad Olimpia. Divennero vere celebrità e personalità influenti. Le città dell’antichità facevano di tutto per potersi onorare di avere un atleta nelle loro mura. Anche nel periodo imperiale romano, molti aristocratici e imperatori, affascinati dalla cultura greca, divennero loro stessi atleti.

 

All’interno dei circoli atletici si diffusero i primi rudimenti di medicina e dietetica sportiva: Pitagora frequentava i lottatori della famosa scuola di Crotone (tra cui il famoso Milone, di cui sposerà la figlia) proprio per consigliare nuove metodologie nella dieta, tra cui il consumo di molta carne e altri derivati da animali, ma anche per studiare i benefici degli esercizi sulla fisicità umana.

 

La visione dell’atletica e dell’allenamento greco incominciò così ad incuriosire anche popoli nemici o lontani e ad arrivare, come nel caso di Alessandro il Grande, sino alla lontana India dove l’importazione di questa nuova realtà fece nascere le prime pratiche agonali indiane.

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Pancrazio

Il Pancrazio ci viene lasciato, a noi occidentali e non solo, come eredità preziosa dell’ antica Grecia. I tempi in cui questo stile da combattimento è nato, sono, naturalmente, completamente diversi dai nostri ma, il rammentarlo e perché no, per chi volesse, anche il praticarlo, chiaramente il tutto adattato alla società attuale, sarebbe un giusto tributo alle nostre origini. Sottolineiamo, però, che la mera pratica della sua tecnica scevra dalla filosofia greca che l’accompagna risulterebbe solo come forma da combattimento violenta. E di violenza ne siamo stufi. 

Non puo’ chiamarsi, lo crediamo fermamente, “arte” da combattimento, ciò che non educa ai valori umani. 

 

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