Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri – La sua morte (12a parte)

Leonardo da Vinci, genio tra fratellastri - La sua morte (12a parte)
La morte di Leonardo da Vinci tra le braccia di Francesco I di J.B.Ingres

Come se prefiggesse che la sua ora stava per arrivare, il nostro Leonardo, il 23 aprile 1519 redasse il testamento davanti al notaio Guglielmo Boreau, alla presenza di cinque testimoni e dell’inseparabile Francesco Melzi . 

Lionardo, morì, infatti, poco tempo dopo, esattamente il  2 maggio 1519, ad Amboise, in Francia. 

I suoi biografi, sospettano che il genio, fosse malato e che morì, forse, a causa di un ictus o più di uno

Il contenuto del testamento, redatto

davanti al notaio Guglielmo Boreau, alla presenza di cinque testimoni e dell’inseparabile Francesco Melzi: dispose di voler essere sepolto nella chiesa di San Fiorentino, con una cerimonia funebre accompagnata dai cappellani e dai frati minori, oltre che da sessanta poveri, ciascuno reggente una torcia; richiese la celebrazione di tre messe solenni, con diacono e suddiacono, e di trenta messe “basse”, a San Gregorio, a Saint-Denis e nella chiesa dei francescani.

 

A Francesco Melzi, esecutore testamentario, lasciò «li libri […] et altri Instrumenti et Portracti circa l’arte sua et industria de Pictori», oltre alla collezione dei disegni e del guardaroba; al servitore De Vilanis e al Salaì la metà per ciascuno di «uno iardino che ha fora de le mura de Milano […] nel quale iardino il prefato Salay ha edificata et constructa una casa»; alla fantesca Maturina dei panni e due ducati; ai fratellastri fiorentini il suo patrimonio nella città toscana, cioè 400 scudi depositati in  Santa Maria Nuova e un podere a Fiesole. 

 

l 12 agosto un registro ricorda come «fu inumato nel chiostro di questa chiesa [Saint-Florentin ad Amboise] M. Lionard de Vincy, nobile milanese e primo pittore e ingegnere e architetto del Re, meschanischien di Stato e già direttore di pittura del duca di Milano». Cinquant’anni dopo, violata la tomba, le sue spoglie andarono disperse nei disordini delle lotte religiose tra cattolici e ugonotti.

Nel 1874 delle ossa ritrovate e attribuite a Leonardo, furono poste nella cappelletta di Saint-Hubert presso il castello di Amboise.

 

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci#La_morte

 

 

 

Si racconta che Francesco I di Francia quando seppe della sua morte scoppiò in un pianto sconsolato: da tre anni l’aveva nominato “primo pittore, architetto e ingegnere del re”.

La Francia era diventata la sua patria da circa tre anni, da quando cioè aveva smesso di girovagare per l’Italia per trasferirvisi su invito del sovrano Francesco I. Questi era  un così grande estimatore del genio italiano che Leonardo, si dice, morì praticamente tra le sue stesse braccia, come mostra anche il dipinto di Jean Auguste Dominique Ingres (sebbene, anche qui, le teorie siano discordanti). 

Pare che Leonardo, uno dei più grandi geni dell’umanità, abbia scritto, trent’anni prima della sua morte questa frase

Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire. 

Probabilmente, miglior epitaffio per la sua morte, solo lo stesso Leonardo l’ha potuto scrivere. Come una firma finale alla sua vita, come se spettasse, giustamente, a livello terreno, a lui, l’ultima parola sulla sua esistenza. 

La firma finale di un genio per una persona e una vita prodigiosa. 

continua…

 

 

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