Recentemente ho citato , sulla mia pagina pubblica di Facebook, Bernardo di Chartres, filosofo francese, al quale è attribuita la famosa frase
Diceva Bernardo di Chartres che noi siamo come nanisulle spalle di giganti, così che possiamo vedere piùcose di loro e più lontane, non certo per l’acumedella vista o l’altezza del nostro corpo, ma perchésiamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.
Ho visto una formica, in un giorno freddo e triste, donare alla cicala metà delle sue provviste. Tutto cambia: le nuvole, le favole, le persone... la formica si fa generosa... è una rivoluzione!
Durante l’estate, una cicala cantava posata su un filo d’erba mentre sotto di lei, una formica faticava per trasportare al sicuro nel suo formicaio i chicchi di grano.
Ogni tanto la cicala chiedeva alla formica: “Perché mai lavorate tutto il giorno? Venite qui con me, all’ombra dell’erba: starete al fresco e potremo cantare insieme”.
Ma la formica continuava a lavorare: “Devo preparare le provviste per l’inverno; quando la neve avrà ricoperto la terra, non resterà più nulla da mangiare.”
La cicala non riusciva proprio a capire la formica. Del resto, l’estate era ancora lunga e di tempo per mettere da parte le provviste ce ne sarebbe stato fin troppo. Così continuò a cantare e l’estate finì. Venne l’autunno: non c’erano più frutti in giro e la cicala vagava di qua e di là, sgranocchiando gli steli ingialliti dell’erba e qualche foglia ormai essiccata.
Ma anche l’autunno finì: arrivò l’inverno e la neve coprì la terra. Non era rimasto più nulla da mettere sotto i denti. La cicala batteva i denti dal freddo e aveva una gran fame.
Un giorno, sotto la neve, raggiunse una casetta piccina; guardò dentro, passando accanto alla finestra e vide la formica che stava al calduccio riparata dalla neve, sgranocchiando i chicchi di grano che aveva messo da parte.
Infreddolita, la cicala bussò alla porta. “Chi bussa?”
“Sono la cicala; sto morendo di freddo e non ho più niente da mangiare”.
“Mi ricordo di te: quest’estate, mentre io lavoravo duramente per prepararmi all’inverno, tu cosa facevi?”
“Ho cantato!”
“Hai cantato?” rispose la formica. “E allora adesso balla!”.
Poi chiuse la porta e lasciò al freddo la cicala.
Morale: chi nulla fa, nulla ottiene.